Corso di chimica generale ed inorganica 3 - l'atomo Le proprietà degli atomi non coincidono
con quelle della materia (che ai nostri sensi si presenta con stato di aggregazione,
durezza, lucentezza, densità, colore, etc.); le proprietà macroscopiche della materia
sono infatti legate alla presenza di un numero molto elevato di atomi o molecole. Anche la massa è legata al numero di
atomi o molecole, ma questa è una proprietà
estensiva, cioè additiva, perciò comune al micro ed al macroscopico. E' utile ricordare alcune caratteristiche
degli atomi ricordando anche terminologie e simbologie che vengono convenzionalmente usate
e che è necessario conoscere per poter disporre di un linguaggio comune. MASSA: è dell'ordine di 10-23
- 10-22 g, ed è praticamente concentrata nel nucleo (cioè circa in 1/1000 del
volume totale dell'atomo). NUMERO ATOMICO Z: rappresenta il
numero di protoni nel nucleo; poichè la materia è neutra, questo corrisponde al numero
di elettroni dell'atomo neutro; identifica chimicamente l'atomo, dato che il comportamento
chimico dipende dal numero di elettroni (in particolare da quelli più esterni). NUMERO DI MASSA A: è dato dalla
somma del numero di protoni Z e del numero di neutroni N del nucleo. ISOTOPI: sono atomi chimicamente identici (perciò hanno
eguale Z) ma con diverso numero N di neutroni (A è perciò diverso). MASSA ATOMICA RELATIVA: è data dal
rapporto tra massa atomica assoluta e unità di massa atomica u.m.a. (per convenzione,
u.m.a.= 1/12 della massa atomica di 12C cioè del carbonio con A=12). VOLUME ATOMICO: va da circa 0,2 x 10-30
m3 (cioè 0,2 Å3), a circa 80 x 10-30 m3
(cioè 80 Å3); è dovuto agli elettroni in movimento attorno al nucleo a
energia minima (un aumento di energia provoca infatti un'espansione della zona in cui si
muovono gli elettroni, perciò del volume). ENERGIA E: dipende dalla struttura
elettronica; se cambia la struttura elettronica, cambia anche l'energia (e viceversa). E
non è continua ma quantizzata, perciò i
trasferimenti energetici avvengono per "pacchetti di energia" chiamati
"fotoni". L'atomo può cambiare la sua E assorbendo o emettendo radiazioni sotto
forma di "fotoni". FOTONE hn:
pacchetto di energia, in cui n rappresenta la frequenza della radiazione. E = hn La differenza di E tra due livelli
diversi, DE, è E2 - E1 = h (
PERIODICITA': gli atomi presentano proprietà chimiche periodiche correlabili con Z, numero atomico
Fig.3.1 Schema che evidenzia la periodicità di comportamento chimico degli atomi del 2° e 3° gruppo e dei primi del 4°, in funzione del loro numero atomico.
Molte altre proprietà degli atomi presentano periodicità in funzione del numero atomico Z. Per esempio l'energia E necessaria per strappare un elettrone all'atomo (E di ionizzazione) cresce al crescere di Z da 3 a 10; poi cade per Z =11 (Na), ricresce fino a Z =18 (Ar); poi cade ancora per Z =19 (K) e così via
TABELLA PERIODICA DEGLI ELEMENTI: è uno schema razionale che mette in evidenza la periodicità delle caratteristiche chimiche; è ordinata in periodi (orizzontali) e in gruppi (verticali). La prima formulazione coerente con quella attualmente utilizzata, basata sul numero atomico, fu di Dmitrij Ivanovic Mendeleev (1834-1907) nel 1869, anche se altri ebbero analoghe (ma meno chiare) intuizioni, come Julius Lothar Meyer (1830-1895) in base al volume atomico.
CARICHE ELETTRICHE: protone ed elettrone sono particelle cariche elettricamente; la conferma della loro presenza negli atomi e delle loro caratteristiche è frutto di ricerche effettuate da molti scienziati; quelli che hanno contribuito maggiormente sono stati Faraday, Thomson e Millikan.
Michael Faraday
Nei suoi esperimenti col magnetismo, effettuò due scoperte di grande importanza. La prima fu quella dellesistenza del diamagnetismo; la seconda, quella secondo cui un campo magnetico determina la rotazione del piano della luce polarizzata. Oltre a numerosi saggi destinati a riviste di carattere scientifico Faraday scrisse: Manipolazione chimica (1827), Ricerche sperimentali sullelettricità (1844-1855) e Ricerche sperimentali in chimica e fisica (1859). (da Enciclopedia Microsoft Encarta)
Joseph John Thomson
Robert Millikan Robert Andrews Millikan (Morrison 1868 - San Marino, Pasadena 1953), fisico statunitense, ottenne risultati fondamentali nell'ambito della fisica atomica. Studiò alla Columbia University e alle università di Berlino e di Gottinga. Nel 1896 si trasferì all'università di Chicago dove nel 1910 gli venne assegnata la cattedra di fisica. Lasciò l'università nel 1921 per assumere la direzione del laboratorio di fisica Norman Bridge al California Institute of Technology.Nel corso dei suoi esperimenti, determinò la carica dell'elettrone e dimostrò che ogni corpo elettricamente carico trasporta una carica elettrica multipla di tale valore, che pertanto viene assunto come costante fondamentale. Questo risultato fu premiato con il premio Nobel per la fisica nel 1923. Di estrema importanza furono le sue ricerche sui raggi cosmici, ai quali egli attribuì il nome, e sui raggi X, nonché sulla determinazione sperimentale della costante di Planck. Tra le sue opere si annoverano alcuni studi tecnici e vari libri sul rapporto tra scienza e religione. (da Enciclopedia Microsoft Encarta) La carica elettrica è perciò "quantizzata": esiste cioè una unità elementare di elettricità, che è la carica dell'elettrone, 1,6 x 10-19C (Coulomb). Da questo dato e dal valore di e/m (carica/massa), ricaviamo il valore della massa dell'elettrone che vale 9,11 x 10-31 Kg (o 9,11 x 10-28 g).
In queste esperienze di è provato che si possono strappare cariche elettriche negative (elettroni) agli atomi; ciò comporta una notevole spesa di energia E. Per strappare il primo elettrone all'atomo neutro occorre una "energia di prima ionizzazione"; l'atomo deve essere "isolato", perciò si agisce in fase gassosa. A(gas) ® A+(gas) + e- l'elettrone e- non deve possedere energia cinetica, altrimenti occorrerebbe fornire ulteriore energia. E' possibile anche una seconda ionizzazione; l'"energia di seconda ionizzazione" è quantitativamente sempre maggiore di quella di prima ionizzazione (e, ovviamente, va aggiunta alla prima), dato che un atomo con carica positiva (catione), generato dalla prima ionizzazione, esercita una maggiore attrazione sugli elettroni rimanenti. A+(gas) ® A++(gas) + e- Nei processi di ionizzazione è sempre necessario spendere energia.
Il processo inverso, in cui un atomo accetta un elettrone in più, comporta una energia che si chiama "affinità elettronica"; nel caso che avvenga questo processo, l'energia in gioco viene di solito ceduta dall'atomo all'ambiente: A(gas) + e- ® A-(gas) Può invece essere necessario spendere energia per far accettare, a questo ione negativo, un ulteriore elettrone, a causa della repulsione elettronica; in tal caso l'energia da spendere sarà negativa rispetto alla precedente; questo processo può comunque avvenire, benché ci sia una spesa di energia, se la formazione di un anione con due cariche porta vantaggi energetici al processo totale (per esempio la formazione di molecole più stabili di quelle ottenibili con un anione monovalente). A-(gas) + e- ® A--(gas) L'affinità elettronica è più difficile da misurare rispetto alla energia di ionizzazione; esistono perciò meno dati sperimentali.
Nella tabella seguente vengono riportati alcuni dati sia per la ionizzazione che per l'affinità elettronica; da notare: - la bassa energia di prima ionizzazione per i metalli alcalini (Li, Na, K, Rb, Cs), energia che, anzi, tende a diminuire al crescere di Z, poiché l'elettrone esterno che viene strappato è più lontano dal nucleo e perciò meno attratto, oltre che schermato dagli elettroni più interni; - l'altissima E di seconda ionizzazione per Li (si dovrebbe strappare uno dei due elettroni rimasti, che subiscono una attrazione elevatissima da parte del nucleo con tre protoni; inoltre si dovrebbe distruggere una situazione energetica molto stabile, come un guscio completo); - l'affinità elettronica negativa per O-- e per S--.
Fig.3.4 Energie di I e II ionizzazione e affinità elettronica di alcuni atomi significativi; è evidente la periodicità di comportamento.
E' molto importante non confondere l'affinità elettronica, proprietà di un atomo isolato, con l'elettronegatività: ELETTRONEGATIVITA': capacità di un atomo in una molecola di attirare elettroni di un altro atomo, impegnato in un legame comune; in molecole con atomi diversi, gli elettroni di legame tendono perciò a creare una situazione asimmetrica sbilanciata verso l'atomo più elettronegativo. Se la differenza di elettronegatività è molto alta, gli atomi sono praticamente in forma ionica (il fluoruro di sodio, NaF, è costituito da cationi Na+ e anioni F-).
MASSA DI ATOMI E MOLECOLE: per misurarla si può utilizzare uno spettrometro di massa, strumento sofisticato che permette di selezionare generalmente ioni positivi (cationi), generati per ionizzazione di atomi o molecole, in base alla loro massa o meglio rispetto al rapporto carica/massa e/m (metodo analogo all'esperienza di Thompson); in questo modo è possibile anche individuare l'esistenza di isotopi (Z eguale, A diverso) e determinarne la massa; questa differisce sempre di un numero intero, piccolo, di una unità elementare di massa 1,66 x 10-24g, corrispondente alla massa del neutrone.
Per misurare le masse, come già detto, si usa una unità di massa atomica, chiamata u.m.a. o Mu (mass unit) che corrisponde a 1/12 della massa dell'isotopo 12 del carbonio, 12C. Nella tabella successiva sono riportati i valori, in u.m.a., dei componenti del nucleo (elettrone e, neutrone n, protone 1H, e di alcuni isotopi; sulla destra invece sono riportati i valori corrispondenti a miscele naturali degli atomi.
Fig.3.6 Masse di alcuni componenti degli atomi e di alcuni atomi espressi in u.m.a. e masse delle miscele naturali di alcuni di essi. Dalla tabella si possono fare interessanti osservazioni: - le differenze di massa: per es. 2H < 1H + n; la differenza di massa Dm è dovuta al DE per la formazione del nucleo, secondo la relazione E = mc2; analogamente accade per 4He < 2 2H; - per 12C il valore è esatto, dato che è stato scelto come base per definire l'unità di misura; - il valore per l'elettrone è molto basso, se rapportato agli altri: ciò comporta che il contributo degli elettroni alla massa totale di un atomo sia assolutamente trascurabile (circa 5/10.000 per H, circa 2/10.000 per l'uranio, uno degli atomi a maggiore peso atomico); - la massa del C nella miscela naturale è diversa da quella di 12C; ciò implica che esistano anche altri isotopi naturali che contribuiscono alla massa della miscela naturale; - per il fluoro F invece la massa è identica: esiste infatti solo un isotopo naturale del fluoro, il 19F; - per il cloro Cl il valore è circa a metà fra 35 e 36, ma questo non significa che la miscela naturale sia costituita circa in egual misura da 35Cl e da 36Cl: in effetti, per circa 3/4 si tratta di 35Cl e per 1/4 di 37Cl; - per il bromo Br, il cui valore è molto vicino a 80, si potrebbe pensare che si tratti quasi solo dell'isotopo 80Br: invece la miscela è costituita in parti quasi eguali di 79Br e di 81Br; - per l'uranio U, sembra che esso sia presente quasi solo come 238U, mentre sono presenti nella miscela molti altri suoi isotopi; - il Md (Mendelevio, Z=101) presenta un valore poco preciso, indicato fra parentesi quadre e, per di più, con un asterisco: ciò significa che non si tratta di un elemento naturale bensì artificiale e radioattivo; poiché questi atomi artificiali hanno vita breve e ne vengono prodotte quantità piccolissime, è spesso difficile determinarne le caratteristiche con precisione. Anche per le molecole come per gli atomi si può definire una massa molecolare misurata analogamente ed espressa in u.m.a. ***Le masse atomiche e molecolari che usiamo sono masse "relative", essendo espresse mediante il rapporto tra una massa assoluta e la massa dell'unità di misura e sono perciò numeri puri.
MOLE: il chimico progetta operazioni per le quali deve misurare quantità di sostanza in base ad una espressione simbolica che rappresenta la reazione. Poiché non è pensabile che possa "contare" atomi o molecole, è utile definire una quantità di sostanza proporzionale al numero di entità (atomi, molecole, ioni...) che la costituiscono; si chiama mole una quantità di sostanza che contiene tante unità quanti atomi sono contenuti in 0,012 kg (12g) di 12C, cioè in una mole di isotopo 12 del carbonio, il consueto isotopo di riferimento. Il numero di unità contenute in una mole si chiama numero o costante di Avogadro (NA o N). Il suo valore si può ricavare dal rapporto fra 0,012 kg e 12 volte la massa unitaria: NA = 0,012 / (12 x 1,660531 x 10-27) = 6,022169 x 10-23 mol-1 Il chimico usa questa costante non solo per misurare quantità di sostanza, ma anche per riferirsi a proprietà fisiche o chimiche; perciò normalmente una grandezza viene espressa rispetto ad una mole anziché ad un singolo atomo o molecola. Per esempio, l'E di ionizzazione E.I., che per un atomo di H è 21,8 x 10-19 J , viene generalmente espressa per una mole di H: E.I. = 21,8 x 10-19 J x 6,022 x 10-23 mol-1 = 131,28 x 104 J mol-1. Se si misura il volume di una mole di un elemento solido, questo volume, diviso per NA dà circa il volume di un atomo di quell'elemento. prima lezione, ti prego di registare i tuoi dati completando il modulo di uscita (basterà fare un clic sul pulsante "registrati")... nel modulo potrai anche scrivere le tue osservazioni. |